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Gli accessori sono sempre stati più di semplici ornamenti: cappelli, foulard, guanti, borse e scarpe riflettono l’appartenenza sociale, politica e religiosa, permettono di ostentare potere e status, proteggono e modellano il corpo oppure incarnano le ultime tendenze della moda. Sulla scorta di oggetti appartenenti alla collezione del Museo nazionale svizzero, la mostra illustra l’impatto dei cambiamenti sociali sugli accessori. Dai rigidi codici di abbigliamento dell’inizio dell’epoca moderna al gioco con le norme di genere dei giorni nostri, la mostra offre uno scorcio della storia della moda «dalla testa ai piedi».

Accessori
Visite guidate per i gruppi privati
Visita guidata attraverso la mostra «Accessori: oggetti del desiderio».
Visita guidata: 1 ora
Visite guidate sono possibili fuori dall'orario di apertura: lunedì – venerdì tra le ore 9.30 e le ore 19.45. Sabato e domenica tra le ore 10.00 e le ore 17.00.
Iscrizione: |
due settimane in anticipo |
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Durata: |
60 minuti, altre offerte su richiesta |
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No. di partecipanti: |
15 persone al massimo |
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Costi: |
CHF 180 per la visita guidata, più l’entrata a tariffa ridotta di CHF 10 per persona. Ingresso libero per bambini e ragazzi fino ai 16 anni. Per i gruppi di persone in possesso di un permesso N, S, B, F (rifugiati) o F (stranieri ammessi provvisoriamente), la visita guidata e l'ingresso sono gratuiti. |
accessibility.sr-only.person_card_info Servizio di prenotazione
lunedì fino alle venerdì 09:00 - 12:30

Accessori: Visita panoramica
Scuola secondaria | Secondario I e II
Visita guidata attraverso la mostra «Accessori: oggetti del desiderio».
Visita guiadata: 1 ora
Visite guidate per classi scolastiche in Svizzera sono gratuite.
Visite guidate in italiano, anche al di fuori dell'orario di apertura. Visite guidate per classi scolastiche in Svizzera sono gratuite.
Iscrizione: |
almeno due settimane in anticipo |
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Durata: |
1 ora, altre offerte su richiesta |
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Numero di partecipanti: |
25 persone al massimo |
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Costi: |
entrate e visite guidate per classi scolastiche svizzere sono gratuite. |
accessibility.sr-only.person_card_info Servizio di prenotazione
lunedì fino alle venerdì 09:00 - 12:30
Accessori – Oggetti del desiderio
Gli accessori sono più di semplici addobbi alla moda. La nuova mostra al Museo nazionale Zurigo, con più di 200 oggetti sull’arco di quattro secoli, illustra il modo in cui gli accessori testimoniano dello status, dell’identità e del cambiamento sociale. Si possono ammirare cappelli, foulard, ventagli, borse e scarpe e molti altri oggetti che accompagnano la vita di tutti i giorni. Un’incursione nella storia culturale «dalla testa ai piedi».
Cosa dicono un cappello, un paio di guanti o un elegante foulard di chi li indossa? Non meno di oggi, anche in passato gli accessori rappresentavano molto più che semplici appendici: ornamenti latori di messaggi e di significati molteplici. La mostra al Museo nazionale Zurigo presenta cappelli di pregiata fattura, sciarpe lussuose, eleganti bastoni da passeggio, stravaganti borse, delicati ventagli e sensuali scarpe provenienti dalla vasta collezione del Museo nazionale svizzero. Abbracciando un arco temporale che va dal XVII secolo ai giorni nostri, la mostra racconta i cambiamenti sociali, lo status, l’identità e la cultura.
Copricapi come il berretto di velluto di un consigliere bernese dell’inizio del XVIII secolo, le cuffiette da battesimo per bambini o un magnifico «Schappel» del Canton Sciaffusa dimostrano come i copricapi fungessero da simboli di status, identità regionale o esclusione sociale. Esempi moderni come il «pussyhat» rosa attestano come i copricapi possano trasmettere anche oggi un messaggio politico.
Gli accessori da tenere in mano prolungano il corpo e sottolineano i gesti. Le persone che in passato non esercitavano un lavoro manuale avevano le mani libere per borse, ventagli, ombrelli e bastoni da passeggio. Molti di questi oggetti svolgevano funzioni oggi dimenticate. È il caso per esempio di un raffinato bastone proveniente da Zurigo, decorato con un pomello rocaille in argento, che i signori facoltosi utilizzavano per ostentare la propria posizione sociale mentre passeggiavano.
Le borse esposte, nonché altri oggetti portati sul corpo, spaziano dalle borse per le elemosine di epoca barocca ai portafogli e alle borsette odierne. Particolarmente suggestiva è la borsa dello stilista svizzero Kévin Germanier, realizzata con scampoli di lana riciclati e anelli di tende da doccia: un esempio di sostenibilità nel mondo della moda.
La mostra richiama anche l’attenzione sul cambiamento sociale intervenuto nell’uso degli accessori in voga: dai rigidi codici di abbigliamento e dalla ricchezza creativa degli accessori dei costumi regionali al gioco con le norme di genere dei giorni nostri. Ad esempio, una cuffia da casa maschile rosa del XVIII secolo offre l’occasione di spiegare per quale motivo questo colore è oggi ritenuto piuttosto femminile, mentre le scarpe da ginnastica unisex con tulle rosa indossate da Nemo per l’Eurovision Song Contest 2024 infrangono le norme.
Infine, i cortometraggi realizzati nell’ambito del corso «Trends & Identity» della Scuola universitaria professionale d’arte di Zurigo esplorano la diversità e la rilevanza attuale degli accessori e si chiedono quale sia il loro ruolo nel plasmare l’immagine del corpo nel mondo contemporaneo.
La mostra getta uno sguardo poliedrico sul ruolo degli accessori nella vita quotidiana, nella cultura e nella politica. Incoraggia a pensare all’abbigliamento come a una pratica culturale e fa capire che gli accessori rappresentano molto più di un ornamento alla moda: sono testimoni culturali che raccontano storie «dalla testa ai piedi».
Immagini
Contatto per la stampa e Museo nazionale Zurigo
- Direzione generale Denise Tonella
- Direzione del progetto et concezione Andrea Franzen
- Curatrici della mostra Andrea Franzen, Joya Indermühle
- Supporto curatoriale alla mostra Christina Sonderegger
- Scenografia Bureau Hindermann GmbH: Christof Hindermann, Nina Peter
- Concezione grafica Herendi Artemisio GmbH: Tiziana Artemisio, Milana Herendi
- Collaborazione scientifica Jasmin Mollet
- Comitato consultivo Roman Aebersold, Günhan Akarçay, Heidi Amrein, Beat Högger, Sabrina Médioni, Denise Tonella
- Controllo del progettog Sabrina Médioni
- Mediazione culturale Lisa Engi, Vera Humbel, Anna Thalmann
- Direzione tecnica Ira Allemann, Debbie Sledsens
- Allestimento della mostra Ira Allemann, Marc Hägeli, Philippe Leuthardt, Julia Rusterholz, Dave Schwitter
- Direzione dei lavori di conservazione Nikkibarla Calonder, Iona Leroy
- Conservazione e montaggio degli oggetti Nikkibarla Calonder, Iona Leroy, Sarah Longrée, Véronique Mathieu, Jürg Mathys, Gaby Petrak, Alexandra Schorpp, Rahel Vetter, Ina-Gesine von Woyski, Peter Wyer, Tino Zagermann
- Prestiti, Logistica degli oggetti e assemblaggio Christian Affentranger, David Blazquez, Reto Hegetschweiler, Simon d’Hollosy, Cristina Kaufmann, Laura Mosimann, Aymeric Nager, Claudio Stefanutto
- Fotografia Jörg Brandt, Felix Jungo
- Archivio fotografico Ronja Eggenschwiler, Andrea Kunz, Fabian Müller
- Postazioni interattive Alex Baur, Thomas Bucher, Ueli Heiniger, Pasquale Pollastro, Danilo Rüttimann
- Filmati Zürcher Hochschule der Künste, Trends & Identity Dozierende: Simon Grab, Eva Wandeler, Jacqueline Zünd Studierende: Rebecca Loren Aebi, Antonio José Angeles Jimenez, Laura Balsiger, Yannick Burkard, Till Fiedler, Shirin Friedhoff, Ciriaco Limongelli, Nicola Michel, Anina Pignatelli, Laura Swanson, Samira Esmeralda Trachsel
- Marketing e comunicazione Anna-Britta Maag, Sebastiano Mereu, Carole Neuenschwander, Alexander Rechsteiner
- Grafica pubblicitaria Resort GmbH für Visuelle Kommunikation
- Traduzioni Language Factory, Laurence Neuffer, Massimo Piras, Nigel Stephenson
- Büne Huber, Bern
- SRF Kostümarchiv, Zürich
- Katja Mäder, Bern
- Museum für Musikautomaten, Seewen SO