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Capro espiatorio

Museo nazionale Zurigo | 15.3.2019 - 30.6.2019
Data di pubblicazione 28.6.2019

La mostra indaga il tema della violenza collettiva contro il singolo dall’antichità fino ai giorni nostri. Nella trattazione trovano spazio sacrifici umani in età preistorica, linciaggi, morti sul rogo o anche la violenza del nostro tempo. Vengono inoltre esaminate le forze che hanno tentato di opporsi alla violenza, come ad esempio la religione ebraica e cristiana oppure la scienza durante l’illuminismo.

Durante la Coppa del Mondo FIFA del 1994, la Colombia, squadra favorita, ha perso contro gli Stati Uniti a causa di un autogol di Andrés Escobar ed è stata eliminata dal torneo. Per questo errore, una volta tornato in patria, il difensore è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco. Nel 2007, l’inglese Fiona Pilkington ha ucciso la figlia diciottenne e poi sé stessa. Per dieci anni era stata terrorizzata da una banda di ragazzi a causa del ritardo mentale della figlia. Né la polizia né i servizi sociali hanno aiutato questa madre single. In Canada, Amanda Todd si è tolta la vita nel 2012. Su Internet era stata diffusa una foto che ritraeva la ragazza nuda. Come risultato, è stata vittima di un massiccio cyber-bullismo.

Il meccanismo del capro espiatorio non è ovviamente un fenomeno dell’epoca moderna. I gruppi di persone hanno sempre avuto bisogno di capri espiatori: quando una comunità concentra la sua aggressività su una sola vittima, rafforza la sua coesione. Racconti di sobillamento, linciaggi, sacrifici umani e caccia alle streghe risalgono addirittura alla preistoria. Le catastrofi, i cattivi raccolti, ma anche l’invidia e la frustrazione possono portare ad atti di violenza all’interno di una comunità. In tali situazioni, spesso le persone individuano consapevolmente o inconsapevolmente una vittima e proiettano su di essa la totale responsabilità della crisi. Di solito la campagna diffamatoria si concentra sugli emarginati o i più deboli, tra cui i bambini, i disabili, gli stranieri e le donne.

La mostra ripercorre il tema del capro espiatorio in diversi periodi storici: presente, epoca moderna, Medioevo, antichità e preistoria. La caccia ai colpevoli è stata particolarmente intensa nel periodo a cavallo tra il Medioevo e l’epoca moderna. Era necessario trovare qualcuno da incolpare per i fenomeni naturali inspiegabili così, per rassicurare gli animi, furono condannate le «streghe». Uno degli esempi raffigura l’esecuzione dell’ultima «strega» avvenuta nel Cantone di Zurigo. Anna Rutschmann da Wasterkingen, vicino a Rafz, morì nel 1701 per mezzo della spada. Gli abitanti del villaggio l’avevano denunciata, insieme ad altre sette persone, al prefetto responsabile a Eglisau. Le si accusava di diverse malattie misteriose che avevano afflitto il villaggio, tra cui forti mal di testa, oggi noti comunemente come «emicranie». I Rutschmann furono ritenuti responsabili: sette delle otto persone giustiziate erano imparentate tra loro. Ma perché proprio la famiglia Rutschmann? Con molta probabilità si trattava di invidia, in quanto i Rutschmann erano tra i più ricchi del villaggio. Dopo ripetute torture, hanno ammesso di aver fatto un patto con il diavolo e sono stati condannati a morte.

La battaglia dei gladiatori nell’antica Roma nasce dall’usanza di sacrificare un essere umano in onore del defunto: i prigionieri di guerra dovevano combattere gli uni contro gli altri durante la cerimonia funebre, fino alla morte. Nei momenti di estrema difficoltà, anche i greci di tanto in tanto ricorrevano ai sacrifici umani in onore dei loro dei. I reperti archeologici di un insediamento di palafitte originario della Germania meridionale, presentati nell’esibizione, mostrano frammenti di crani di bambini, tutti uccisi deliberatamente. Si può affermare anche in questo caso che si tratta di sacrifici umani, forse per scongiurare la minaccia di un’inondazione imminente.

Oltre alla violenza e al suo incanalamento nei singoli individui, la mostra si rivolge anche alle forze che vi si sono opposte: la religione, per esempio, o le scienze naturali che fiorirono con l’Illuminismo. Ovviamente fanno parte dell’esibizione anche le forme contemporanee di denuncia, che sono aumentate massicciamente attraverso l’uso di Internet e dei social media.

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