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Oggi al Museo nazionale Zurigomartedì fino alle mercoledì 10:00 - 17:00
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lunedì chiuso
martedì fino alle mercoledì e venerdì 10:00 - 18:00
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sabato fino alle lunedì chiuso
La lunga notte dei musei 06.09.2025 10:00 - 17:00
18:00 - 23:59
La lunga notte dei musei 07.09.2025 0:00 - 2:00
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Knabenschiessen 15.09.2025 chiuso
Giornata della famiglia 19.10.2025 10:00 - 17:00
22.12.2025 10:00 - 17:00
23.12.2025 10:00 - 17:00
Vigilia di Natale 24.12.2025 10:00 - 14:00
Natale 25.12.2025 10:00 - 17:00
Santo Stefano 26.12.2025 10:00 - 17:00
27.12.2025 10:00 - 17:00
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29.12.2025 10:00 - 17:00
30.12.2025 10:00 - 17:00
San Silvestro 31.12.2025 10:00 - 17:00
Capodanno 01.01.2026 10:00 - 17:00
San Basilio 02.01.2026 10:00 - 17:00
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Mostrare tuttoLe utopie trovano terreno fertile nei periodi di crisi. Un’esposizione al Museo nazionale Zurigo esplora questo fenomeno dal punto di vista storico e attuale.
Le crisi portano spesso alla nascita di visioni per rendere il mondo un posto migliore. E oggi non è diverso dal passato. All’inizio del XVI secolo, lo statista inglese Tommaso Moro descrisse la sua visione della società ideale, senza pena capitale o grandi disuguaglianze sociali, nel suo libro intitolato «Utopia». Scritta in un periodo dilaniato da conflitti, epidemie e tensioni sociali, l’opera influenzò la società europea per diversi secoli. E questo è solo uno dei numerosi esempi di utopie e visioni di cui la storia è piena.
La pandemia di coronavirus rappresenta la cesura più profonda che abbiamo vissuto dalla Seconda guerra mondiale. Non c’è quindi da stupirsi che anche oggi, come in passato, emergano interpretazioni e previsioni di ogni genere. La mostra «Virus – Crisi – Utopia» vuole districare i fili del tempo: ci sarà un ritorno ai poteri regionali? Il confine tra uomo e ambiente si sposterà a favore della natura? La ricerca sui vaccini metterà presto fine alla pandemia?
Uno sguardo al nostro passato mostra che il pensiero utopistico è sempre stato eterogeneo e, se alcune visioni si sono rivelate premonitrici, altre hanno dimostrato di essere solo un puro prodotto di fantasia. Lo stesso vale per le utopie post-coronavirus odierne che spaziano dall’intuizione geniale e realistica al miraggio privo di alcun fondamento. La domanda è: come riconoscerle?